Passione Honda On-Off
Chiacchiere all'osteria => Varie => Topic aperto da: 77moto - 26 Gennaio 2011, 23:07
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...perche noi motociclisti veniamo chiamati "CENTAURI" ?
Me lo sono sempre chiesto ma non sono mai arrivato al nesso. :reading:
A voi la parola.
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In pratica il centauro è una figura mitologica, una creatura mezzo uomo, la parte superiore, e mezzo equino la parte inferiore.
Quindi se 1+1 fa 2, diciamo che quando siedi sulla tua moto, sei assimilabile appunto ad un centauro.
Nelle leggende, si narra anche che i centauri avevano un carattere irascibile, violento, selvaggio, rozzo e brutale ed erano molto amanti del buon vino. :wynar:
Ti ci riconosci?
(http://www.ancampelo.com.ar/blog/wp-content/uploads/2010/03/centauro.jpg)
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E puzzavano!!!!
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:vb: :vg: :vn: :vgrigio:
ma non di benzina e nemmeno di olio
:vb: :vg: :vn: :vgrigio:
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Nelle leggende, si narra anche che i centauri avevano un carattere irascibile, violento, selvaggio, rozzo e brutale ed erano molto amanti del buon vino. :wynar:
Ti ci riconosci?
(http://www.ancampelo.com.ar/blog/wp-content/uploads/2010/03/centauro.jpg)
....sembra la descrizione dei motociclisti di bande harley, quelle americane, che entrano nei locali sfasciano tutto e vanno via.
....Se così è mi ritengo offeso quando mi dicono centauro
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....sembra la descrizione dei motociclisti di bande harley, quelle americane, che entrano nei locali sfasciano tutto e vanno via.
....Se così è, mi ritengo offeso quando mi dicono centauro
dal sud al nord l'offesa è la stessa. Mica mi metto a cavallo di 4 zoccoli!! (e nemmeno di 4 zoccole.. :)) :)) )
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dal sud al nord l'offesa è la stessa. Mica mi metto a cavallo di 4 zoccoli!! (e nemmeno di 4 zoccole.. :)) :)) )
:D :D :D :D :D :D
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Mah!!!
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:)
Nella mitologia è quasi sempre dipinto con carattere irascibile, violento, selvaggio, rozzo e brutale, incapace di reggere il vino.
Solitamente raffigurati armati di clava o di arco, emettevano urla spaventose.
La figura del centauro ha origine dall'amore sacrilego fra il re dei Lapiti Issione e una sosia della dea Era, Nefele, dalla cui unione nacque, appunto, Centauro, capostipite di tutti i centauri.
L'equino, nel II millennio a.C., non era ancora conosciuto in Grecia. Perciò è possibile supporre che questo animale, la cui importanza era davvero notevole per un popolo di nomadi migratori, fosse oggetto di culto. È anche probabile che in alcune regioni lontane, quali la Tracia o la Tessaglia, vivessero delle tribù semiprimitive che si dedicavano all'ammaestramento degli animali selvatici. Per questo si sarebbe potuta creare l'immagine di un essere mitico che univa il cavaliere alla sua cavalcatura.
Certi centauri acquisiranno anche leggende proprie, come Chirone, Euritione, Nesso e Folo, diventando in seguito - in epoca moderna e contemporanea - personaggi tipici della letteratura fantasy.
Sulle loro straordinarie fattezze ironizzò, nel II secolo d.C., Luciano di Samosata con i Nefelocentauri (Νεφελοκένταυροι), creature immaginarie (metà uomini e metà nuvole) da lui descritte nelle Storie vere.
La loro particolarità è che possedevano tutti i pregi e tutti i difetti del genere umano, portati però a livelli elevatissimi, tanto che nella mitologia sono stati riservati loro ruoli completamente contrastanti: dall'estrema saggezza all'incredibile crudeltà. E tale idea perdurò nel tempo. Durante il Medioevo, l'immagine del centauro si addiceva agli eretici ed alla loro interna dissociazione che li faceva considerare metà cristiani e metà pagani. È rappresentato spesso con i capelli in fiamme, per lo più armato, soprattutto di freccia e arco. Talvolta l'obiettivo è una colomba, tal altra un cervo, entrambe figurazioni simboliche dell'anima, facili prede spesso raffigurate mentre vengono trascinate via dopo la cattura.
Ma il vero specchio del pensiero medioevale in merito è rappresentato da Dante, che nella Divina Commedia colloca i centauri nell'inferno (Inf. XII) come custodi-giustizieri dei violenti contro il prossimo, in rapporto diretto con il loro carattere violento avuto in vita.
http://it.wikipedia.org/wiki/Centauro
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:)
Nella mitologia è quasi sempre dipinto con carattere irascibile, violento, selvaggio, rozzo e brutale, incapace di reggere il vino.
Solitamente raffigurati armati di clava o di arco, emettevano urla spaventose.
La figura del centauro ha origine dall'amore sacrilego fra il re dei Lapiti Issione e una sosia della dea Era, Nefele, dalla cui unione nacque, appunto, Centauro, capostipite di tutti i centauri.
L'equino, nel II millennio a.C., non era ancora conosciuto in Grecia. Perciò è possibile supporre che questo animale, la cui importanza era davvero notevole per un popolo di nomadi migratori, fosse oggetto di culto. È anche probabile che in alcune regioni lontane, quali la Tracia o la Tessaglia, vivessero delle tribù semiprimitive che si dedicavano all'ammaestramento degli animali selvatici. Per questo si sarebbe potuta creare l'immagine di un essere mitico che univa il cavaliere alla sua cavalcatura.
Certi centauri acquisiranno anche leggende proprie, come Chirone, Euritione, Nesso e Folo, diventando in seguito - in epoca moderna e contemporanea - personaggi tipici della letteratura fantasy.
Sulle loro straordinarie fattezze ironizzò, nel II secolo d.C., Luciano di Samosata con i Nefelocentauri (Νεφελοκένταυροι), creature immaginarie (metà uomini e metà nuvole) da lui descritte nelle Storie vere.
La loro particolarità è che possedevano tutti i pregi e tutti i difetti del genere umano, portati però a livelli elevatissimi, tanto che nella mitologia sono stati riservati loro ruoli completamente contrastanti: dall'estrema saggezza all'incredibile crudeltà. E tale idea perdurò nel tempo. Durante il Medioevo, l'immagine del centauro si addiceva agli eretici ed alla loro interna dissociazione che li faceva considerare metà cristiani e metà pagani. È rappresentato spesso con i capelli in fiamme, per lo più armato, soprattutto di freccia e arco. Talvolta l'obiettivo è una colomba, tal altra un cervo, entrambe figurazioni simboliche dell'anima, facili prede spesso raffigurate mentre vengono trascinate via dopo la cattura.
Ma il vero specchio del pensiero medioevale in merito è rappresentato da Dante, che nella Divina Commedia colloca i centauri nell'inferno (Inf. XII) come custodi-giustizieri dei violenti contro il prossimo, in rapporto diretto con il loro carattere violento avuto in vita.
http://it.wikipedia.org/wiki/Centauro
..grazie per la pillola di saggezza , ma mi ritengo sempre offeso se mi chiamano centauro...