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Autore Topic: Per gli ultra 45enni  (Letto 1318 volte)

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Rosso

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Per gli ultra 45enni
« il: 09 Novembre 2013, 00:44 »

Ho passato lo scorso finesettimana in una casa di parenti di mia moglie. Un posto un po' isolato dal mondo, senza computer, senza internet, con poca copertura del telefonino. Anche la tv prendeva pochi canali, solo la rai e poco altro. Il tempo non era dei migliori e così passavo da un canale all'altro cercando un programma meno monotono del precedente, e tra un sorso di birra e una castagna arrostita sul camino mi sono soffermato su "Radio Capital TV". "Che strano" pensai, non la prendo neanche in città: Tutti videoclip musicali, tantissimi degli anni '70 e '80, con quelle immagini un po' sbiadite e quegli effetti speciali che oggi fanno sorridere davanti a tanta semplice ingenuità...
E guardando quelle immagini, ascoltando quella musica mi sono chiesto se non si stesse meglio in quel periodo. Voglio dire, a cavallo tra i 70 e gli 80, ve li ricordate? Non c'era internet, il computer lo usavano alla Nasa o comunque pochissime ditte lo avevano in ufficio. Niente stampanti (si usava la Olivetti a nastro), niente telefonino, si chiamava dalla cabina a gettoni. La tv era perlopiù in bianco e nero e non tutti l'avevano in casa. Si girava su macchine tipo la 127 o la 131 (rigorosamente a benzina, il diesel era solo per i trattori), ci si dava appuntamento in piazza, o "al muretto" e ci si andava col Ciao o col Garelli, i più fortunati in Vespa o col Cagiva (SST125). Ci si telefonava a casa, e quando qualcuno chiamava la morosa, la linea restava occupata per ore (con buona pace di chi aveva condiviso la "duplex").
Quando il figo del quartiere arrivava al bar con la moto, era sicuramente un grosso Laverda col Logo tricolore sul serbatoio o un Ducati, perchè le giapponesi erano viste come guardiamo oggi gli scooter coreani. Dicevamo "non dureranno" o "chissà se esistono i ricambi"...

C'era da lavorare per tutti (o quasi), si guadagnava poco, ma ce lo facevamo bastare. Tanto era difficile spenderli, o almeno era più difficile rispetto ad oggi. Una domenica al lago con la morosa, la Fiat 124 prestata dal papà, cinquantamilalire in tasca e mi sentivo un signore.
Le festine a ballare il funky o la disco, le prime discoteche, il fratello maggiore che veniva in incognito per sentire che non ci fosse "odore d'incenso strano". La naja obbligatoria, le guardie in garrita, gli slavi al di là del confine (il muro di Berlino era ancora al suo posto, e si respirava ancora quel clima di paura verso l'est, dovuto alla guerra fredda).
Non c'erano stranieri, nè a scuola nè al lavoro. La Romania o l'Albania non sapevamo neanche bene dove fossero. Al massimo qualche africano che vendeva tappeti in giro a piedi per il quartiere.
Ricordo che "faceva effetto" sentire quell'accento strano del compagno di scuola meridionale il cui padre faceva il sottufficiale, e quel ragazzo paffuto con la peluria sui baffi già a 11 anni...

La sigla dell'Eurovisione, i "Giochi senza frontiere" o la finale di calcio giocata in qualche paese d'Europa, tutto sembrava così lontano.

Poi ho spento la tv e sono sceso in paese a farmi un giro. Pensavo al mio lavoro, alla crisi, alla cassa integrazione. Ad internet e a quante cose ha portato. Quanta informazione, quanti scambi commerciali, quanta concorrenza. Quante ditte italiane che non esistono più, e quante hanno portato "fuori" la produzione, lasciando la gente senza lavoro.
Pensavo che tutto ciò che indosso è fatto in Cina, o al massimo in Italia, ma da Cinesi. Pensavo a quanti "status symbol" abbiamo, quante cose inutili che ci circondano e quanti valori abbiamo perso, guadagnandone altri forse, ma molto diversi.
Pensavo a quanto è difficile oggi trovarsi tra amici, perchè c'è sempre qualche impedimento o qualche pippa che ci costringe a rimandare. Una volta non avevamo il cellulare ma ci si trovava tutte le sere...

Guardando in piazza tutti sti ragazzetti arroganti e maleducati col telefonino grande come una mattonella del cesso e le macchine da strafighetti mi sono chiesto: "Ma non si viveva meglio una volta?"

Mentre qualche superstite mi da la sua opinione, vado ad aprirmi un altra birra...  fiori
« Ultima modifica: 09 Novembre 2013, 01:14 da Rosso »
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..."Mediamente" anch'io...

JanAnderson

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Re:Per gli ultra 45enni
« Risposta #1 il: 09 Novembre 2013, 01:26 »

Non aggiungo altro,ma ti ho dato un karma positivo solo per avermi fatto ripensare per un attimo a quei tempi,che non sono neanche troppo lontani,ma che il progresso e la tecnologia di questi ultimi anni hanno già fatto diventare preistoria.............. :wtg:
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andreauò

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Re:Per gli ultra 45enni
« Risposta #2 il: 09 Novembre 2013, 07:54 »

Avevamo molto meno ma moooolto di più...
Io abito in un paese di 9mila abitanti, ma le cose sono cambiate un sacco anche qui.
La Rai era solo 2 canali e i programmi cominciavano alle 17.
Eravamo reperibili solo a casa.
Il traffico (e il trovare parcheggio) non erano un argomento.
Quando non mettevamo la macchina in garage, non era necessario chiuderla a chiave.
Davamo del "lei" alla maestra e non replicavamo ai rimproveri.
Per strada avevamo rispetto per i ragazzi più grandi e per gli adulti.
Attraversavamo la strada alla svelta, per levarci dai piedi...
Non c'era delinquenza e ci conoscevamo (e ci salutavamo) tutti.
Nei primi anni '80, con 5mila di miscela facevo il pieno al mio 50special del '77 e ne avanzavo.
Sulle auto non c'era il servosterzo, l'aria condizionata o l'abs. E tiravamo su i vetri con la manovella.
E ce la lavavamo da soli, altro che portarla al lavaggio...

Ora abbiamo un sacco di cose, e comodità a suo tempo inimmaginabili.
Ma la qualità della vita è scesa a dismisura, i poveri sono aumentati e continueranno ad aumentare.
Avevamo meno ma stavamo meglio.
 :beer: :beer: :beer:
« Ultima modifica: 09 Novembre 2013, 07:58 da andreauò »
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Indy70

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Re:Per gli ultra 45enni
« Risposta #3 il: 09 Novembre 2013, 08:27 »

Come non essere d'accordo ....  888.gif

W Scacciapensieri sulla TV Svizzera al Sabato sera!!!
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Fredrix

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Re:Per gli ultra 45enni
« Risposta #4 il: 09 Novembre 2013, 10:02 »

 fiori
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Spirito Libero

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Re:Per gli ultra 45enni
« Risposta #5 il: 09 Novembre 2013, 10:53 »

Io a cavallo tra i '70 e gli '80 ci sono nato, quindi i miei ricordi di adolescenza si piazzano alla fine degli anni '80, inizio dei '90.
La musica era un po' diversa, più elettronica (infatti ascoltavo quella dei '70) ma le altre cose dannatamente simili, e le ritrovo tutte nel post di Rosso.
Secondo me la svolta epocale (o il declino se preferite) è iniziato verso il '97.
E' bello ogni tanto immergersi in questi ricordi, non sono troppo nostalgico ma se c'è un periodo che mi porta a pensare al passato sono proprio le giornate uggiose di novembre.

Bella Rosso, ho letto volentieri la tua riflessione.
Grazie

Lander

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Re:Per gli ultra 45enni
« Risposta #6 il: 09 Novembre 2013, 12:47 »

La nostalgia del Muro di Berlino...è meglio chi io stia zitto  :wall: :wall: :wall: :wall:
http://carotenuto.blogautore.repubblica.it/2013/11/08/lultima-partita-con-il-muro-di-berlino/
« Ultima modifica: 09 Novembre 2013, 12:52 da Lander »
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JanAnderson

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Re:Per gli ultra 45enni
« Risposta #7 il: 09 Novembre 2013, 13:38 »

Pink Floyd,Eagles,Frank Zappa,Alan Parsons,Jethro Tull,Peter Gabriel e Genesis,Emerson Lake & Palmer,James Taylor,Santana,Eric Clapton,Lou Reed,Toto,The Blues Brothers.................. Diana Ross,Bob Marley,Banco del Mutuo Soccorso,Nomadi,Decibel,Stadio................
e sono solo quelli che al volo mi sono venuti in mente,troppi ancora ne mancano ormai all'appello......................
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 fiori  fiori  fiori  fiori  fiori  fiori
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sicanos

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Re:Per gli ultra 45enni
« Risposta #8 il: 09 Novembre 2013, 20:16 »

Rosso hai dato parole ai pensieri che ormai da anni mi frullano per la testa e non credo solo a me. La considerazione per quanto banale è che la maggior parte delle cose che oggi riteniamo indispensabili non lo sono affatto e il bisogno ( indotto) di queste cose è frutto della piu grande mistificazione mai avvenuta nella storia dell'uomo. Il problema è che la struttura della società globale è stata progressivamente conformata per creare false esigenze e falsi bisogni da soddisfare assolutamente altrimenti il meccanismo si inceppa. Ahimè non ne usciremo più fuori.

Toro65

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Re:Per gli ultra 45enni
« Risposta #9 il: 09 Novembre 2013, 22:46 »

Ho passato lo scorso finesettimana in una casa di parenti di mia moglie. Un posto un po' isolato dal mondo, senza computer, senza internet, con poca copertura del telefonino. Anche la tv prendeva pochi canali, solo la rai e poco altro. Il tempo non era dei migliori e così passavo da un canale all'altro cercando un programma meno monotono del precedente, e tra un sorso di birra e una castagna arrostita sul camino mi sono soffermato su "Radio Capital TV". "Che strano" pensai, non la prendo neanche in città: Tutti videoclip musicali, tantissimi degli anni '70 e '80, con quelle immagini un po' sbiadite e quegli effetti speciali che oggi fanno sorridere davanti a tanta semplice ingenuità...
E guardando quelle immagini, ascoltando quella musica mi sono chiesto se non si stesse meglio in quel periodo. Voglio dire, a cavallo tra i 70 e gli 80, ve li ricordate? Non c'era internet, il computer lo usavano alla Nasa o comunque pochissime ditte lo avevano in ufficio. Niente stampanti (si usava la Olivetti a nastro), niente telefonino, si chiamava dalla cabina a gettoni. La tv era perlopiù in bianco e nero e non tutti l'avevano in casa. Si girava su macchine tipo la 127 o la 131 (rigorosamente a benzina, il diesel era solo per i trattori), ci si dava appuntamento in piazza, o "al muretto" e ci si andava col Ciao o col Garelli, i più fortunati in Vespa o col Cagiva (SST125). Ci si telefonava a casa, e quando qualcuno chiamava la morosa, la linea restava occupata per ore (con buona pace di chi aveva condiviso la "duplex").
Quando il figo del quartiere arrivava al bar con la moto, era sicuramente un grosso Laverda col Logo tricolore sul serbatoio o un Ducati, perchè le giapponesi erano viste come guardiamo oggi gli scooter coreani. Dicevamo "non dureranno" o "chissà se esistono i ricambi"...

C'era da lavorare per tutti (o quasi), si guadagnava poco, ma ce lo facevamo bastare. Tanto era difficile spenderli, o almeno era più difficile rispetto ad oggi. Una domenica al lago con la morosa, la Fiat 124 prestata dal papà, cinquantamilalire in tasca e mi sentivo un signore.
Le festine a ballare il funky o la disco, le prime discoteche, il fratello maggiore che veniva in incognito per sentire che non ci fosse "odore d'incenso strano". La naja obbligatoria, le guardie in garrita, gli slavi al di là del confine (il muro di Berlino era ancora al suo posto, e si respirava ancora quel clima di paura verso l'est, dovuto alla guerra fredda).
Non c'erano stranieri, nè a scuola nè al lavoro. La Romania o l'Albania non sapevamo neanche bene dove fossero. Al massimo qualche africano che vendeva tappeti in giro a piedi per il quartiere.
Ricordo che "faceva effetto" sentire quell'accento strano del compagno di scuola meridionale il cui padre faceva il sottufficiale, e quel ragazzo paffuto con la peluria sui baffi già a 11 anni...

La sigla dell'Eurovisione, i "Giochi senza frontiere" o la finale di calcio giocata in qualche paese d'Europa, tutto sembrava così lontano.

Poi ho spento la tv e sono sceso in paese a farmi un giro. Pensavo al mio lavoro, alla crisi, alla cassa integrazione. Ad internet e a quante cose ha portato. Quanta informazione, quanti scambi commerciali, quanta concorrenza. Quante ditte italiane che non esistono più, e quante hanno portato "fuori" la produzione, lasciando la gente senza lavoro.
Pensavo che tutto ciò che indosso è fatto in Cina, o al massimo in Italia, ma da Cinesi. Pensavo a quanti "status symbol" abbiamo, quante cose inutili che ci circondano e quanti valori abbiamo perso, guadagnandone altri forse, ma molto diversi.
Pensavo a quanto è difficile oggi trovarsi tra amici, perchè c'è sempre qualche impedimento o qualche pippa che ci costringe a rimandare. Una volta non avevamo il cellulare ma ci si trovava tutte le sere...

Guardando in piazza tutti sti ragazzetti arroganti e maleducati col telefonino grande come una mattonella del cesso e le macchine da strafighetti mi sono chiesto: "Ma non si viveva meglio una volta?"

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lucapietro

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Re:Per gli ultra 45enni
« Risposta #10 il: 09 Novembre 2013, 23:59 »

Quando ho iniziato a lavorare mi spostavo spesso in auto anche di notte senza cellulare, senza bancomat e con pochi soldi in tasca. Ti assicuro che non era sempre così piacevole. Però rimpiango la musica fatta da persone che sapevano suonare gli strumenti musicali (come Emerson alle tastiere); le moto che sembravano a dei cavalli meccanici; la mancanza di controlli elettronici ai semafori taroccati o all’autovelox mobile in un punto dove il limite di velocità avrebbe senso se tutti viaggiassero con un motocarro Ercole. Non c’era l’euro zero, uno, due, tre, quattro, cinque a ricordarci che stiamo inquinando di più e che è ora di cambiare auto; i bambini andavano a scuola da soli in bicicletta, i ragazzini si sfidavano con lo scooter truccato senza indossare il casco. Ma quando capitavano incidenti rischiavamo molto di più.
In futuro molti giovani laureati andranno all’estero per trovare un lavoro dignitoso e molti stranieri arriveranno in Italia per scappare da una situazione ben peggiore della nostra. Mi piacerebbe vivere in “un posto un po’ isolato dal mondo”, come nei racconti di Mauro Corona quando parla della sua Erto e Casso. Bisognerebbe ritornare a una vita più semplice, senza circondarci di cose inutili. Credo che sia l'unica cosa positiva di questa crisi.
 
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fulviogp

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Re:Per gli ultra 45enni
« Risposta #11 il: 10 Novembre 2013, 00:54 »

Io, come pochi sanno, faccio un lavoro che, generalmente, mi tiene "fuori dalla mischia" e dalla ressa della normale società, dal mondo dell'apparire e dell'avere per sentirsi qualcuno, che mi fa sentire sulla pelle il cambio delle stagioni così come vedere cambiare i colori delle foglie, tanto da non aver quasi bisogno del calendario.
Noi motociclisti, con il nostro hobby, "a modo nostro", ci consideriamo amanti della natura e spesso, chi più chi meno, ci ritroviamo talvolta per boschi e ambienti naturali senza riuscire a viverne la loro forza.
Per viverli intendo entrarci dentro, in silenzio, a guardarli o anche solo ad ascoltarli ad occhi chiusi, liberando la mente da tutto il superfluo.
Parecchio tempo fa, vidi un vecchio collega che guardava uno dei tanti alberi secolari nel bosco, in silenzio, come se stesse di fronte ad un vecchio amico fidato.
Li per li rimasi un po' perplesso, pensavo che era proprio ora che andasse in pensione, ma di li a poco mi resi conto che "purtroppo" doveva andare in pensione ed io avrei così perso la possibilità di imparare da Lui tante cose.
Fu uno degli ultimi insegnamenti che mi trasmise, ma sicuramente quello che più mi rimase impresso.
Quando si accorse che lo stavo osservando non si fece nessun tipo di problema, mi indicò l'albero che stava guardando e mi disse:
"Lo vedi quanto è vecchio, sapessi quante cose sa, nemmeno te lo immagini, sa tutto anche di noi due e soprattutto, quando hai bisogno di parlare con te stesso, lui saprà come fare a tirarti fuori ogni pensiero e aiutarti a rigenerare il tuo spirito."
Forse all'epoca ero troppo giovane e a quelle parole non detti particolare peso, nonostante mi rimasero per sempre nella testa.
Dopo poco proseguimmo il nostro cammino e rivolgendosi ancora una volta verso quell'albero aggiunse:
"Se avrai un giorno il coraggio di abbracciarlo, come se fosse il tuo più grande amico, capirai."
Il tempo passò, Lui andò in pensione, trascorse una discreta vecchiaia e poi un male incurabile se lo portò via.
Un giorno, alcuni anni fa, quando ebbi per la prima volta paura di morire, decisi di uscire per non pensare più e cercare di evadere dai pensieri che mi turbavano.
Feci quattro passi nel bosco e subito notai un albero, che vedevo ogni giorno, ma quel giorno era diverso, era quello che mi rappresentava ciò che mi disse Lui.
Pensai e ripensai alle sue parole, non le avevo mai dimenticate ed ora, come non mai, ero tentato di provare ciò che aveva detto.
Non nego che a differenza sua se mi avesse visto qualcuno mi sarei imbarazzato e quindi mi guardai attorno, nessuno.
Lo riguardai, e, di li a poco, mi accorsi che ero attratto dall'albero, mi fidavo di lui, era così grosso che non sarei nemmeno riuscito ad abbracciarlo completamente, avevo la sensazione che mi stesse aspettando, che aspettasse un mio gesto.
Iniziai, senza rendermi conto, a parlare anziché pensare, riuscivo a dire quello che avrei voluto esprimere alla mia famiglia, ma che non feci mai per non creare loro delle preoccupazioni, parlai per parecchi minuti e come per incanto mi sentivo sempre più leggero, ero più sereno.
Dopo essermi sfogato per bene mi resi conto che il minimo che potevo fare era di abbracciarlo, si, non l'avevo mai fatto, ma quel gesto, in quel momento, erano di una naturalezza tale che non riuscii ad evitarlo.
Quel momento rimarrà sempre dentro di me e sicuramente anche lui non mi dimenticherà.
Ciao Piero e grazie.
Certo che questi guardiaparco che ancora credono alle favole............
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varhonda

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Re:Per gli ultra 45enni
« Risposta #12 il: 10 Novembre 2013, 03:23 »

 :ohmy: .... bhè ragazzi, perchè rinvangare il passato in questa maniera, ogni generazione porta la conoscenza di quello che ha vissuto ed è un'esperienza propria, positiva o negativa, volete forse fermare il mondo?????
I ricordi fin qui letti li ho vissuti pure io ed ho sorriso compiaciuto che bene o male, chi più giovane o chi più ..... diversamente giovane  roflmao.gif roflmao.gif  tutti ricordiamo delle cose simili.

Internet, che in questo momento ci permette di dialogare tra persone ........ virtuali su questo forum, ha si modificato il modo di vivere ed i giovani che si apprestano ad affrontare la propria storia nella vita, oggi ne sono completamente immersi e sono obbligati a conviverci, l'importante come tutte le cose e farne un'uso corretto, purtroppo anche chi crediamo che sia esente da certe necessità in realtà non lo è, magari sul lavoro ci riesce ma poi se ha dei figli purtroppo deve scendere a patti con loro e con il loro linguaggio magari chiedendo aiuto su come acquisire un'app per accedere, che sò .... agli orari del treno o altro, visto che lo si può fare in tutta comodità da casa seduti sul divano, evitando, magari di andare fino alla stazione, ok c'è anche il televideo, ma pure quello lo dobbiamo ad internet.
Io, in particolar modo sono stato colpito impietosamente dall'era dei compiuter, per 20 anni ho fatto un lavoro magnifico come particolarista prima e progettista di carrozzerie dopo, un lavoro manuale, attaccato ad un tecnigrafo per minimo 9 ore al giorno, la maggior parte in piedi e dalle mie mani sono uscite delle parti di vetture, che poi passavano al modellatore e poi al battilastra ed infine alla produzione, oggi queste 3 categorie di lavoratori esistono ancora ma con il supporto delle macchine che con i loro standard non permetto le cosidette licenze poetiche, l'estro, secondo me l'ultimo estro lo ha usato Bill Gates & C. con il perfezionamento del P.C. da li in avanti tutto è inesorabilmente cambiato ed allora bisogna adeguarsi, a denti stretti, ok, qualcuno è più fortunato qualcuno meno, il lavoro è diminuito, però ci lamentiamo che persone di altri paesi, arrivate in Italia riescono a lavorare, ok sottopagate, come del resto aveva già fatto la generazione precedente alla mia ed erano Italiani, sia in Italia che all'estero, io abitando a Torino me le ricordo bene le ghettizzazioni perpetrate nei confronti degli Italiani del Sud che avevano l'unica colpa di portarsi appresso le loro usanze ed i loro vestiti neri assieme alla fame che li portava ad accettare un lavoro sottopagato ma che permetteva di sfamare i figli.
Putroppo la globalizzazione, cosi si chiama questo effetto, ci porta a spostarci per lavoro, d'altra parte anche i mezzi di trasporto si sono adeguati, in 7 ore si và da Roma a New York, o 24 ore totali di viaggio comprese le soste, da Torino a Saltillo (MEX) 3 tratte aeree, dei miei colleghi lo fanno 1 volta al mese per rimanere qui 3 gg. io ho preferito trasferirmi 1 anno, non riuscirei a fare quella vita ............. mi sono adeguato alle esigenze cercando in qualche modo di trarne profitto sia economico che di esperienza, qualche cosa di spagnolo mi stà rimanendo o come mia figlia che ora si trova negli USA per un perodo di lavoro ed intanto vi leggo (e qui rosico  tonque3.gif ) che vi fate le vostre belle gitarelle in moto, mentre le mie vegetano con il mantenitore di carica in funzione, però mi vivo esperienze uniche e vi posso garantire che pure qui con il deserto che ci circonda gli smartphone sono in mano a tutti, stessa cosa ho visto in India forse uno dei paesi più poveri che ho calpestato.

Vabbè basta mi sono dilungato anche troppo, non è da me  :D, comunque dobbiamo vivere l'era che calpestiamo nella maniera migliore che possiamo, se poi ci teniamo tanto ai tempi passati, nessuno ci vieta di usare una cartina stradale anzichè il navigatore, le strade statali al posto dell'autostrada con a bordo il telepass ed un semplice cellulare solo per telefonare al posto dello smartphone, magari ogni tanto farsi una bella passeggiata nei boschi alla ricerca di funghi o solo per abbracciare un albero .............. fiori fiori fiori 


............... e come fare a non adeguarmi a Rosso  drunk.gif........ ora apro il frigo da cui tiro fuori una fresca birra CORONA, Messicana si, ma di proprietà Belga da alcuni mesi, come vedete i marchi storici non cambiano nazionalità solo da noi ......... :beer:

« Ultima modifica: 10 Novembre 2013, 04:17 da varhonda »
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robi72

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Re:Per gli ultra 45enni
« Risposta #13 il: 10 Novembre 2013, 11:14 »

 25.gif 25.gif 25.gif 25.gif 25.gif 25.gif 25.gif 25.gif 25.gif 25.gif 25.gif 25.gif 25.gif 25.gif 25.gif 25.gif 25.gif 25.gif 25.gif
 baloon 10.gif baloon score.gif score.gif score.gif :fuma: :fuma: :fuma: 10.gif 191.gif 20.gif :TRtriste:
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nippi

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Re:Per gli ultra 45enni
« Risposta #14 il: 10 Novembre 2013, 11:27 »

bravo Renato!  pash.gif
anche se ogni tanto un po' di sana nostalgia, senza rimpianti, non guasta  ;) 
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Gianni "nippi" - Rimini
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