Dalle mie parti non è proprio vero che gli Harleisti sono fighetti, anzi, molto spesso mi domando se ci siano del tutto quelli che spendono dai 15000 ai 30000 per moto con cui fanno sì e no 2500 km all'anno, ma poi stanno in affitto.
In ogni caso è inutile negare che le custom sono tanta apparenza e poca sostanza, poco adatte per i viaggi, poco adatte per le nostre strade.
Tuttavia credo che quel che conta è quel che ci sta intorno, che è una maniera diversa di essere motociclisti.
Anzi, a dirla tutta, non è inopportuna la sottile distinzione tra bikers e motociclisti.
Io non volgio giudicare, anche trotterellare su di un 1700 dalle good vibrations un po' mascherati da duri può avere il suo fascino.
Ma una cosa è certa: la custom è Harley, e tutti quelli che ho conosciuto hanno vissuto le altre marche come ponti per arrivare a quelle.
L'unica alternativa credibile mi pare la Victory, che è riuscita a dare un talgio personale e unico, ma soprattutto credibile ai suoi prodotti.
Il mio vicino di casa è un affezionato biker, e spesso chiacchieriamo amabilmente di moto, pur avendo concezioni diametralmente opposte, io che ammiro le sue cromature ma che non mi sognerei mai di perdere il tempo che passa lui a lucidarle e che mi chiedo una volta mossa dal parcheggio dove stia il diverimento, lui che mi sfotte per i 500 km fatti in giornata, mentre io me li riassaporo uno per uno.
Comunque, l'importante è che ciascuno trovi la sua maniera per godersi la moto, nel rispetto degli altri. Il come ci arriva per me è secondario.